Alta risoluzione

9 Febbraio / 8 Marzo 2020

Sale Espositive Lino Longhi, Confcommercio Ascom Lugo

Elisabetta Randi

Partita qualche tempo addietro con una bella mostra su elaborazioni caricaturali di foto di gruppo, Elisabetta ora approda ad un diverso mondo figurativo servendosi di una tecnica insolita ove la macchina (computer) ha assunto le funzioni del pennello e dei colori tradizionali.Le opere rappresentate sono pezzi unici, stampati su carta speciale e posti in aderenza collante su lastre di forex.L’uomo, fin dalle origini, ha creato immagini utilizzando ciò che la natura, attraverso i secoli, gli andava fornendo. Logico dunque che molti artisti contemporanei producano immagini coi mezzi che oggi la tecnologia fornisce;  nel nostro caso il computer. La forza dell’opera non risiede tanto nella macchina che l’ha prodotta quanto nella mente che l’ha concepita.  Le opere di Elisabetta rappresentano il quotidiano: volti, animali, paesaggi, un mondo che quasi sfugge ai nostri occhi tanto è storicamente calcificato e consolidato in noi. Allora dove sta la novità?

La modernità risiede nella mano dell’artista che guida la macchina seguendo la propria storia ed i sentimenti che la contengono. Osservare le opere di  Elisabetta Randi è rivedere sotto diversa luce e pertanto riscoprire, persone, fatti e cose che si riteneva di conoscere profondamente.Sono immagini desuete ed intriganti che illuminano con colori impossibili una cospicua parte della nostra memoria. E’ un vedere l’antico con lo sguardo della contemporaneità che apparentemente tutto violenta mentre in realtà è un atto d’amore affettuoso e malinconico. E’ dunque un’indagine visiva di intelligente e pacata ironia che ripercorre con linguaggio e tecniche del presente, antiche vie e sogni del tempo che fu e ci conferma che attorno a noi tutto muta in apparenza per non cambiare mai.

                                                                                                      Carlo Polgrossi

FOTO DI GRUPPO esposizione

Elisabetta Randi è figlia d’arte poiché suo padre Clemente fu insegnante d’arte e scultore ed è pertanto nata tra scalpelli e matite. Ha frequentato il Liceo Artistico e la scuola di grafica e illustrazione ed è tecnico della comunicazione visiva. Negli anni novanta ha soggiornato per un lungo periodo di tempo a Parigi ove ha potuto ben amalgamare quanto aveva studiato a fronte dell’attualità internazionale dei linguaggi artistico/ visivi. É apprezzata autrice e illustratrice di testi per l’infanzia.

La sua recente produzione, di cui fa testo questa mostra, si accentra su elaborazioni di foto di gruppo, partendo da caratteristiche somatiche e gestuali di ogni singola persona. Elisabetta opera graficamente su volti e posture con segno espressionista ironico e garbato. Trasforma i composti personaggi in allegre brigate che attendono con impazienza di liberarsi del fotografo per sciamare rumorosamente. È un indagare visivo di acuta ed intelligente abilità grafica, apparentemente gaio e scorrevole che cela, in realtà, vicinanza ed affetto profondo per gli uomini e la loro esistenza.

Carlo Polgrossi